You and me, them and us | By : shaari Category: Italian > Originals Views: 813 -:- Recommendations : 0 -:- Currently Reading : 0 |
Disclaimer: This is a work of fiction. I do not know the celebrity I am writing about. I do not make any money from the writing of this story. |
E ora, a voi il capitolo 4…
Disclaimer: tutti i personaggi di questa storia e la trama stessa appartengono a me e sono dedicati a mio fratello William, che mi ha dato l’idea e mi ha aiutato molto a svilupparla. “Rise” appartiene ai Disturbed e non a me. Questa storia non ha alcuno scopo di lucro e non è basata su alcun evento reale. Non è permesso copiare o utilizzare in alcun modo questa storia o parte di essa senza il diritto consenso dell’autore. È permesso citarne delle parti solo specificando l’autore,il titolo della storia e il link alla stessa.
Titolo: You and me, them and us (tu ed io, loro e noi)
Autore: morningstar (=stella del mattino)
Nota dell’autore: Nel caso interessasse a qualcuno, Donnachaidh significa davvero “guerriero bruno”, mentre Alastair è un'altra forma del nome Alessandro. E Doru (il soprannome) significa all’incirca “ossessione”, comunque un forte desiderio. Questo capitolo parla in particolare di cibo ed è sconsigliato a chi ha molta fame ^.-
Il titolo (a new beginning) significa “un nuovo inizio”
You and me, them and us
***
"Darkness"¹
(Disturbed)
Don't turn away
I pray you've heard
The words I've spoken
Dare to believe
Over one last time
Then I'll let the
Darkness cover me
Deny everything
Slowly walk away
To breathe again
On my own
Carry me away
I need your strength
To get me through this
Dare to believe
Over one last time
Then I'll let the
Darkness cover me
Deny everything
Slowly walk away
To breathe again
On my own
***
04 – a new beginning-
Mi risveglio sentendo un profumo troppo familiare e troppo inconfondibile…
Cibo
Mentre la mia sete torna lentamente a farsi sentire, la morsa dolorosa della fame attanaglia il mio stomaco.
Dall’odore e dal rumore si direbbe che Doru stia cucinando.
Prima ancora che io apra la bocca per chiedere del cibo, il mio stomaco borbotta rumorosamente per la fame.
-Alastair!Tu sveglio!- esclama Doru sorpreso
-fame- rispondo secco io; sono certo che l’odore più forte sia di carne arrosto e da un gorgoglio non molto lontano intuisco che stia anche bollendo qualcosa.
-Si, io notato- osserva l’uomo divertito.
Lo sfrigolio della carne e il rumore dell’acqua che bolle vengono momentaneamente coperti da uno sbattere di stoviglie.
-carne?- domando speranzoso, ben sapendo la risposta.
-Si. Minestra- asserisce lui.
Sento il rumore di qualcosa che viene versato, poi Doru mi solleva la schiena e mi mette a sedere contro una parete.
Trattengo a stento un lamento stringendo i denti e torcendo il mio viso in una smorfia, mentre fitte di dolore percorrono i miei muscoli semi-paralizzati; dopo alcuni istanti che a me paiono interminabili il dolore si calma.
-Tutto bene?- mi chiede Doru preoccupato. Deve aver visto la mia smorfia di prima.
-ssi- rispondo abbozzando un sorriso.
Un fruscio, un calore vicino ed intuisco che mi si è seduto accanto.
Sento un rumore metallico, e poco dopo un cucchiaio colmo di minestra di carne (riesco distintamente a sentirne l’odore) si avvicina alle mie labbra chiedendo l’ingresso.
Apro immediatamente la bocca e inghiotto il mio cibo avidamente, scottandomi la gola e le labbra con il
liquido bollente e tossendo violentemente, sputandone la maggior parte.
-Non così!Se inghiotti subito soffochi!- Doru ha di nuovo quel suo tono di rimprovero. Se non fosse per il forte accento e il tono virile sembrerebbe quasi il tono di una mamma apprensiva con il suo bambino.
All’idea non so se mettermi a ridere o sentirmi offeso.
Non mi va affatto giù di essere trattato come un moccioso!
Tuttavia decido di lasciar perdere.
L’ultima cosa che voglio è irritare la mia unica speranza di salvezza… perlomeno non finché la mia sopravvivenza dipende da lui!
-Ora di nuovo. Minestra calda, inghiotti piano- questa volta il suo tono è di comando. Deve trattarsi di qualcuno abituato ad impartire ordini agli altri.
Doru mi allunga un nuovo cucchiaio di minestra, e stavolta riesco con molta calma ad inghiottirlo senza disastri.
È sublime, ed ha un sapore divino, ma d’altronde sono così affamato che anche la spazzatura mi sembrerebbe ugualmente gustosa.
Molto lentamente riesco a continuare il pasto in tutta tranquillità, sfamandomi di quanta minestra il mio corpo riesca per ora a tollerare; ma a me sembra comunque troppo poca.
Subito dopo mi disseta nel solito modo, solo che stavolta riesco a bere l’acqua a piccoli sorsi perché la mia gola non è più secca come prima.
Non mi fanno nemmeno più male i polmoni, e credo che la febbre si sia abbassata.
-Dove hai trovato quel cibo?- gli chiedo, accorgendomi con sollievo di riuscire a pronunciare le parole correttamente, benché la mia voce sia ancora molto fievole.
-Provviste. Portate in spalla per tutto il tempo- risponde Doru, storpiando le parole anche più del solito, chiaramente masticando un pezzo di qualcosa che ipotizzo essere carne.
-Che genere di carne è?- domando ancora. Non mi pare di riconoscerne il gusto
-Selvaggina- è l’unica risposta che ne ricavo.
Restiamo in silenzio ancora per un po’ di tempo. L’unico suono qua intorno è quello della carne masticata.
Sembra il suono di un animale selvatico, e mi ritrovo senza un particolare motivo a chiedermi come e dove si sia procurato della selvaggina qua intorno.
Forse c’è un qualche boschetto intorno a questo vecchio rudere.
Quando mi ci sono accampato con gli altri non ci ho fatto caso.
Allora non immaginavo certo di finire in questa situazione.
Meglio non pensarci; detesto rinvangare il passato.
Mi farebbe solo soffrire.
Per distrarmi cerco di immaginarmi cosa farò adesso…o meglio, cosa faremo io e Doru.
Non che io possa fare molto al momento, a parte fare da peso morto e mangiare il suo cibo.
E se c’è una cosa che si impara fin da piccoli, è che nessuno da’ mai niente per niente.
Se quest’uomo mi sta aiutando, è probabilmente perché si aspetta a sua volta il mio aiuto per qualcosa.
C’è anche da considerare che ho un grosso debito da ripagare. Gli devo la mia vita.
Penso che questo sia un ottimo motivo per dovergli perlomeno la mia gratitudine.
Comunque non potremo restare qui per sempre. Le provviste prima o poi finiranno.
E anche se qui intorno potrebbe esserci del cibo, resterebbe sempre il problema dell’acqua.
No, non credo proprio che resteremo qui a lungo.
-Cosa faremo ora, Doru?- gli chiedo, un po’ per spezzare il silenzio e un po’ per curiosità.
-Restare qui fino quando tu riesce camminare da solo, poi partire- mi risponde deciso
-Per dove?- domando ancora io
-Non so. Altro posto. Posto con cibo e acqua, e più luce- questa volta il suo tono sembra più incerto.
Rimaniamo ancora per un po’ in silenzio, poi Doru mi solleva e mi fa sedere su una sorta di giaciglio di vestiti o di qualsiasi cosa sia. È sicuramente più comodo del pavimento, e tanto mi basta.
-Questo posto molto buio- afferma da un punto imprecisato, non molto lontano da me.
-Non saprei…ancora non riesco a vedere nulla- rispondo alzando impercettibilmente le spalle. I miei muscoli sono molto rigidi, ma se mi sforzo riesco un po’ a muovermi.
Non passa molto prima che il sonno ritorni ad assalirmi, e con l’aiuto di Doru mi distendo sul mio giaciglio per riposare.
E intanto penso al futuro.
Mi ci vorrà ancora del tempo per tornare a camminare e a vedere come prima, questo è sicuro, ma è pur sempre un inizio.
Un nuovo inizio.
-TO BE CONTINUED!-
TRADUZIONI:
***
"Oscurità"¹
(Disturbed)
Non girarti dall’altra parte
prego che tu abbai sentito
le parole che ho detto
oso credere
quest’ultima volta
Poi io lascherò che
l’oscurità mi ricopra
nego ogni cosa
me ne vado lentamente
per respirare di nuovo
Da solo
Portami via
ho bisogno della tua forza
per portarmi attraverso questo
Oso credere
quest’ultima volta
poi lascerò che
l’oscurità mi ricopra
negho ogni cosa
me ne vado lentamente
per respirare di nuovo
Da solo
***
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