You and me, them and us | By : shaari Category: Italian > Originals Views: 818 -:- Recommendations : 0 -:- Currently Reading : 0 |
Disclaimer: This is a work of fiction. I do not know the celebrity I am writing about. I do not make any money from the writing of this story. |
Disclaimer: tutti i personaggi di questa storia e la trama stessa appartengono a me e sono dedicati a mio fratello William, che mi ha dato l’idea e mi ha aiutato molto a svilupparla. “Rise” appartiene ai Disturbed e non a me. Questa storia non ha alcuno scopo di lucro e non è basata su alcun evento reale. Non è permesso copiare o utilizzare in alcun modo questa storia o parte di essa senza il diritto consenso dell’autore. È permesso citarne delle parti solo specificando l’autore,il titolo della storia e il link alla stessa.
Titolo: You and me, them and us (tu ed io, loro e noi)
Autore: morningstar (questo ve l’ho già detto)
Nota dell’autore: Per vostra somma gioia (si spera) il monologo del protagonista si conclude e facciamo meglio la conoscenza con il suo salvatore. Verremo inoltre a sapere i nomi dei protagonista, e prima che ve lo domandiate leggendoli, non sono inventati; esistono sul serio. Stavolta il titolo (Rise) significa “risorgere”. Stranamente è anche il titolo della canzone citata
You and me, them and us
***
"Rise"¹
(Disturbed)
Rise
Throw away
The charade of your life
Let the flame of my heart
Burn away
Your complacence tonight
I command you to rise
Wash away
The decay of your life
Feel the light of your eyes
Find the way
Through the darkness tonight
Fearing no one
Do you really think I covet like you do?
Come, take me away
Remove the fear from my eyes
Feel the flame of my heart
Burning away
All conversation tonight
Hearing no one
Am I precious to you now?
Am I precious to you now?
[…]
Now, I cannot stop this
Pure emotion
Falling from my eyes
You are vindicating
Liberating
Saviors of my soul
[…]
***
03 - rise -
Ancora lo stesso incubo…
Oh non basta che tu sia morto davanti ai miei occhi una volta?
Non potresti concedermi una notte di riposo?
Continuerai a tormentarmi finché l’oscurità non avrà portato via anche me?
Continuerai finché non abbraccerò spontaneamente le tenebre?
Perchè devo rivedere la stesse scena ogni notte?
Oramai la ricordo a memoria…
Le scintille, lo sfrigolio delle fiamme, il calore che mi sommerge come un onda portando con se il puzzo della carne umana che brucia, il terrore che paralizza I miei muscoli, l’urlo che mi si blocca in gola…
…e peggio di tutto, il tuo sorriso.
“Il resto lo lascio a te…”
Urlo con quanto fiato ho in gola, o almeno ci provo, perchè tutto quello che riesco a fare è un rantolo soffocato.
È come se non potessi emettere alcun suono…che diavolo mi succede?
Il cuore mi batte furiosamente, quasi dolorosamente, nel petto; apro gli occhi di scatto ma continuo a non vedere nulla…solo una sorta di vaga foschia…
E perchè diavolo mi fa così male respirare?
-Calma!Non agitare così!- una voce rompe il silenzio e all’improvviso mi torna in mente tutto quanto.
Sono rimasto disteso sul pavimento di quella cripta per ore, giorni, forse settimane.
Ho creduto di morire, ho desiderato di morire, ho aspettato di morire…
…e sono stato salvato da qualcuno.
Chiudo gli occhi, mentre il mio cuore riprende a battere normalmente.
-Tutto bene?- domanda ancora la voce.
Vorrei rispondere, ma so già che sarebbe inutile, perciò non mi sforzo nemmeno.
La voce sospira.
Sento un fruscio…si sta alzando?
Quindi era seduto…
È rimasto a vegliarmi mentre dormivo?
Un momento…dei passi…si allontanano…
Se ne sta andando?
Perché?
Mi sforzo di gridargli dietro, di protestare, di produrre un suono qualsiasi.
Sento un male atroce ai polmoni, ma infine un gemito stentato scaturisce dalle mie labbra.
È molto debole, ma in questo silenzio non può non averlo sentito.
E infatti sento che i passi si stanno avvicinando di nuovo.
-Tu dolore?- chiede nel suo solito modo laconico e sgrammaticato.
È inutile, non posso rispondergli.
Sento di nuovo un fruscio, e un istante dopo la sua mano si posa sulla mia fronte.
È un contatto piacevolmente fresco, il che deve significare che la mia fronte è calda.
Fantastico. Ci mancava solo che mi venisse la febbre.
-Tua pelle brucia. Febbre- asserisce infatti la voce.
Quindi toglie la mano, interrompendo il contatto e strappandomi un gemito di protesta.
Maledizione!
Ora che la sensazione fresca è passata riesco a sentire quanto la mia pelle sia bollente.
Sento degli altri rumori che non mi preoccupo di identificare…almeno finché un suono molto familiare paralizza tutti i miei sensi.
Acqua.
Rumore di acqua agitata in un recipiente, probabilmente una fiasca.
La sete, che non aveva mai smesso di tormentarmi ma che ero riuscito finora ad ignorare, a quel rumore è tornata ad assalirmi fulminea.
Perfettamente immobile, come d’altronde sono sempre rimasto, presto estrema attenzione a quel rumore, ma non riesco comunque a capire che cosa diavolo stia combinando.
Questo finché non sento qualcosa di piacevolmente fresco e umido sulla mia fronte.
Un fazzoletto, o un pezzo di stoffa qualunque imbevuto d’acqua.
Lo tiene per un po’ sulla mia fronte, prima di passarmelo sul viso e sul collo, rinfrescandomi e regalando immenso sollievo alla mia pelle secca.
Di nuovo quel rumore d’acqua, il panno si allontana dalla mia pelle con mio grande disappunto, ma solo per tornare e posarsi sulle mie labbra secche.
Istintivamente schiudo le mie labbra, guadagnandone immediato refrigerio.
Spingo la mia lingua contro la stoffa, cercando disperatamente di succhiarne l’acqua per placare la mia sete, ma i miei tentativi sono interrotti dalla scomparsa del suddetto panno.
Un altro gemito di protesta mi sale alle labbra spontaneo, ma lui mi precede.
-Poco alla volta. Altrimenti fa solo danno- afferma perentorio
Mi passo la lingua sulle labbra, cercando di catturare eventuali gocce d’acqua rimaste sulla pelle.
Purtroppo la mia sete, invece di placarsi, sembra essere stata solo risvegliata da quel misero assaggio.
Il mio salvatore ripete lo stesso trattamento più volte, e riesco lentamente a sentire che respirare è diventato meno doloroso e la mia gola non è più arida come prima.
La sua mano si posa di nuovo sulla mia fronte. La mia pelle scotta ancora, ma non quanto prima.
-Febbre calata- dichiara
Decido di tentare di nuovo di parlare.
“Grazie” cerco di dire, e stavolta al posto di quel mugolio soffocato mi esce qualcosa di articolato e più comprensibile.
-Gassie- la mia voce è debole e stranamente gracchiante. Non sembra quasi la mia.
Lo sento sobbalzare alle mie parole. Probabilmente mi credeva muto, o qualcosa del genere.
-Niente bisogno- mi risponde. Intende dire “di niente”, o almeno credo.
-Tu molto fortunato- aggiunge –quando io trovato te, tu quasi morto-
Sento le mie labbra stirarsi debolmente in un sorriso.
-‘oh sso- biascico. Intendevo dire “lo so”. Non so se l’abbia capito.
-Tu agitato molto mentre dormire. Brutte cose?- mi chiede.
-Innhubo- rispondo, anche se so benissimo che non era solo un incubo.
-Incubus? Spirito?- dal tono di voce sembra agitato
-Nho…butto sonnio- le mie parole vengono fuori così storpiate che mi meraviglio di come possa esserci una conversazione, tra la sua parlata totalmente sgrammaticata e le mie attuali scarse capacità di parlare normalmente.
Tuttavia la cosa sembra stranamente funzionare.
-Ah! Brutte cose!- si tranquillizza –Tu molto debole. Quasi soffocato prima, e mentre sonno. Io dato aria e spinto cuore-
-dove ‘ai tovato acqua?- gli chiedo. Sono sicuro che non ce ne fosse nei paraggi
-Io porta sempre acqua con me. Non come te. Tu senza acqua da molto, eh?- mi risponde con tono quasi di rimprovero
-pobbabimenthe- sento che la gola sta ricominciando a seccarsi – ancoha acqua…pe’ favoe –
-Non parlare tanto. Fai gola più asciutta. Sprechi mia acqua- mi rimprovera chiaramente prima di accontentarmi, sempre bagnando lo straccio e passandomelo sulle labbra.
-Come tu chiama?- chiede dopo un po’
-cossha?- domando stancamente, la gola ancora troppo secca per dire qualcosa di sensato.
-Tuo nome- mi domanda di nuovo
-Alasshtair- rispondo, storpiando con disappunto il mio nome
-Alastair- ripete lui correttamente. Detto da lui ha un suono strano; marca molto sulla “r” e la “s”, ma non la sibila.
-Tu?- chiedo a mia volta, trattenendo faticosamente uno sbadiglio
-Donnachaidh. “Guerriero bruno”. Ma tu chiama me Doru- risponde
È un nome molto insolito, non ne ho mai sentito uno simile prima.
Nonostante i miei buoni propositi non riesco a trattenermi, sono troppo stanco per restare sveglio.
Ancora una volta, le tenebre cadono su di me…
-TO BE CONTINUED!-
TRADUZIONI:
***
"Risorgi"¹
(Disturbed)
Risorgi
Getta via
La finzione della tua vita
Lascia le che fiamme del mio cuore
consumino
Il tuo autocompiacimento stanotte
Ti comando di risorgere
Lava via
Il marciume della tua vita
senti la luce dei tuoi occhi
trovare la via
attraverso l’oscurità stanotte
senza temere nessuno
Credi davvero che io desideri come te?
Vieni, portami via
Rimuovi la paura dai miei occhi
senti le fiamme del tuo cuore
consumare
tutte (le) conversazioni stanotte
senza sentire nessuno
Ora sono prezioso per te?
Ora sono prezioso per te?
[…]
Ora, non posso fermare questa
emozione pura
che cade dai miei occhi
state scagionando
Liberando
Salvatori della mia anima
[…]
***
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