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Incubo	By : PerseoeAndromeda Category: Italian > General Views: 1275 -:- Recommendations : 0 -:- Currently Reading : 0
Disclaimer: I do not own the series/book/movie that this fanfiction is written for, nor any of the characters from it, nor do I profit from it. The only exception to this, is if this is an original story.

Chapter List
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CAPITOLO 2

Ancora quei rami scheletrici tesi nella notte perenne, ancora solo a camminare in quell�oscurit� infernale� ma solo per quanto?
�Solo? No� non sarai mai solo qui, piccolo Shun� lo sai� ti basta scivolare nel sonno per giungere a me. E presto il sonno eterno ti legher� a me totalmente� non la morte, ma il sogno ti strapper� al mondo effimero nel quale sei nato��
Ancora lui� Shun non lo vedeva ma riconosceva quella voce, percepiva la sua presenza nell�essenza stessa di quel paesaggio.
�No� voglio svegliarmi� voglio andarmene di qui� Niisan, fratelli, aiutatemi a svegliarmi!�
�Shun� Shun��
Due mani gli afferrarono le spalle, lo scossero�
�Lasciami! Voglio svegliarmi, lasciami stare!�
�Shun, calmati! Mi senti? Apri gli occhi!�
E Shun obbed� sbatt� pi� volte le palpebre e la prima cosa che riusc� a distinguere nella nebbia confusa che ancora gli ottenebrava i sensi, fu la scia di capelli biondi che scendeva a solleticargli il viso.
Strappato al sonno, il ragazzino sussult�, ancora quasi del tutto privo di lucidit�, finch� Hyoga non gli rivolse la parola:
�Un altro incubo?�
Shun si sforz� di schiarirsi le idee e si sollev� leggermente, mentre Hyoga continuava a tenergli le spalle e a fissarlo con una certa ansia.
�Che� cosa facevo mentre dormivo?� fu la flebile domanda di Shun.
�Ti agitavi e chiedevi aiuto e, quando ti ho toccato, ti sei messo a piangere e a strillare��
Effettivamente si sentiva ancora le guance umide e gli occhi gonfi� magnifico! Bella figura aveva fatto davanti a Hyoga!
�Mi dispiace� devo essere uno spettacolo pietoso�.
�Forse questi brutti sogni sono dovuti alle tue condizioni; Ikki mi ha detto che non stai bene e avrei dovuto prendere la cosa pi� seriamente prima� ti ho portato una tisana�.
Solo allora Shun not� la tazza fumante posata sul comodino. Hyoga era davvero premuroso con lui, quasi quanto suo fratello� forse di pi� a volte.
Il santo del Cigno prese la tisana e, circondandogli le spalle con un braccio, lo aiut� ad avvicinare il viso alla tazza.
�Bevi piano� scotta�.
Shun, inizialmente, si bagn� appena le labbra, per poi assaporare il liquido con pi� decisione. Nel frattempo rivolse un grato sorriso a Hyoga:
�Grazie� � buonissima!�
Il russo ricambi� il sorriso, visibilmente compiaciuto:
�Mi sono impegnato al massimo, apposta per te!�
Sul volto di Shun si dipinse il pi� vivo stupore; doveva chiederglielo, non poteva pi� rimanere con quel dubbio.
�Perch� sei cos� gentile con me, Hyoga-kun?�
Era consapevole di quanta timidezza aveva immesso in quella domanda; un lampo di tenero affetto attravers� lo sguardo del compagno e fratello; espressioni del genere, in quegli occhi di ghiaccio, erano decisamente rare, riservate solo al ricordo della madre addormentata negli abissi artici e, sempre pi� spesso ultimamente, anche a Shun.
�Forse perch� ti voglio bene?�
Oh Hyoga, avrebbe voluto dirgli, ma come, come me ne vuoi? In che modo?
Anche agli altri vuoi bene, eppure non ti comporti cos� con loro; se solo fossi sicuro, se avessi il coraggio di chiedertelo chiaramente! E invece non disse nulla, limitandosi a guardare l�amico in silenzio, a bocca aperta. Hyoga ridacchi� e allung� una mano ad arruffargli i capelli.

Quello stesso pomeriggio, Shun scese a raggiungere gli altri; si sentiva molto meglio e cominciava a pensare che, forse, si era preoccupato inutilmente� un sogno un po� inquietante, nient�altro che quello.
Tuttavia, almeno per quel giorno, non voleva correre il rischio di addormentarsi, cos� si alz�: desiderava ardentemente la compagnia dei suoi fratelli.
La scena che si present� ai suoi occhi era quanto avesse di pi� familiare e caro: Shiryu seduto sul divano, immerso nella lettura, Seiya e Hyoga impegnati in una lotta all�ultimo sangue in qualche gioco con le carte, Ikki che, distratto e annoiato, saltava da un canale all�altro della televisione.
Fu Seiya il primo ad accorgersi di Shun e a salutarlo vivacemente:
�Ciao, che bella sorpresa! Lo stomaco ha smesso di darti noie?!�
�Perch� ti sei alzato?� aggiunse Hyoga pi� seriamente.
�Perch� mi sento bene� rispose Shun con un sorriso e un�alzata di spalle �Non c�era motivo di restare a letto, mi annoiavo!�
�E a cosa dobbiamo la fortuna di questa veloce guarigione?� ridacchi� Hyoga, pi� disteso.
Shun gli strizz� un occhio:
�Chi lo sa, forse alla tua capacit� di preparare tisane!�
Risero tutti e Shiryu invit� il ragazzino a sedersi al suo fianco, per mostrargli qualcosa sul libro che stava leggendo.
Mentre il santo di Andromeda si appollaiava accanto a Dragone, Hyoga lo osservava con una luce singolare negli occhi azzurri, provocando il richiamo irritato di Seiya, spazientito per le continue distrazioni.
In effetti, Hyoga non si concentrava pi� e questo accadeva da quando Shun aveva fatto il suo ingresso, radiosa stella che risvegliava i suoi sensi, gettando nell�ombra tutto ci� che non era lui. Le attenzioni del russo erano calamitate dal ragazzino rannicchiato sul divano, le gambe raccolte sotto al corpo e le mani in grembo, il capo leggermente reclinato sul libro che Shiryu gli mostrava, una scia di capelli verdi che accarezzava deliziosamente il suo profilo; era cos� grazioso da fare invidia agli efebi androgini di un pittore rinascimentale e Hyoga si sentiva bene, appagato, quando poteva perdersi nelle sfumature azzurro-verdi di quegli occhi unici.
Una gomitata gli fece cadere di mano il mazzo di carte che era completamente escluso dai suoi pensieri. Seiya era al suo fianco e lo fissava torvamente, con una punta di divertita ironia; si abbass� verso il suo orecchio e gli bisbigli�:
�Cosa aspetti a dirglielo? Hai intenzione di roderti il fegato ancora a lungo?�
Hyoga sussult�:
�Di� di che parli?�
�Avanti, smettila di fare il finto tonto! Ormai te lo leggo in faccia!�
Seiya sapeva? Era cos� intuitivo quello spavaldo ragazzino?
�Tu� io��
�Ma guardatelo il glaciale guerriero! Sei un timidone sperduto, Shun sembra pi� uomo di te in questo momento; secondo me siete davvero fatti l�uno per l�altro!�
A quel punto, Hyoga scatt� verso di lui e i due compagni diedero inizio a una comica gara a rimpiattino, con Hyoga che inseguiva Seiya per il salone; Ikki corse il rischio di venire travolto, mentre Shun ridacchiava e Shiryu scuoteva la testa con indulgenza, mormorando:
�Non so cosa gli abbia detto Seiya� comunque sono proprio due bambinoni��

La notte era gi� scesa, con una pallida luna piena; le luci nella grande villa erano spente: Shiryu e Ikki erano andati a letto presto e Seiya era ritornato nella casa dove abitava con la sorella ritrovata in seguito alla battaglia nell�Ade.
Uno sciacquio e un sottile raggio di luce che si insinuava nel corridoio attraverso la porta socchiusa del bagno, lasciavano presagire che qualcuno si attardava alzato: Hyoga aveva bisogno di schiarirsi le idee e quale metodo migliore di una doccia fredda? Eppure non funzionava; i suoi pensieri su Shun rimanevano vaghi e confusi� ne aveva paura�
Le morbide fattezze del compagno pi� giovane, i suoi grandi occhi profondi come gli abissi del mare erano sempre l�, davanti a lui; quel viso da cherubino impresso sulle sue iridi gli sorrideva anche ora, suscitando nell�organismo una reazione per la quale avrebbe voluto sprofondare. Istintivamente, si port� una mano tra le gambe, ad accarezzare la propria erezione; magari quelle gocce leggere che gli accarezzavano la pelle fossero state le tenere manine di Shun!
Arrossendo a quel pensiero sconvolgente, gir� nervosamente il rubinetto e spalanc� con rabbia la tendina della doccia, uscendone in fretta e sperando che il suo organismo eccitato tornasse alla normalit�� senza troppo successo: pi� pensava a Shun, pi� sentiva il desiderio di toccarsi� in realt� di essere toccato da lui� e di toccarlo�
Rimase per qualche istante in piedi nel mezzo del bagno, incurante dei rivoli che, attraversando le sue membra, gocciavano abbondanti sul pavimento.
La porta del bagno si apr� e una figurina leggiadra, il viso dolcissimo incorniciato da fluenti riccioli verdi, apparve sulla soglia.
Hyoga e Shun gridarono all�unisono e il russo afferr� l�asciugamano per coprire alla meglio l�evidente eccitazione, quasi raggomitolandosi su se stesso mentre l�altro, con le guance in fiamme, url� un terrorizzato �scusami!� prima di uscire in fretta e furia sbattendo la porta alle proprie spalle.
In preda ad un incontenibile turbamento e maledicendo se stesso per non avere chiuso a chiave la porta, Hyoga rimase parecchi secondi immobile a fissare il punto in cui, un attimo prima, si era materializzata l�angelica apparizione.
Le mani del biondino stavano ancora facendo di tutto per nascondere una reazione alquanto sconcertante che l�entrata di Shun non aveva contribuito a placare e Hyoga sperava che il diretto interessato non si fosse reso conto di nulla; era uscito in fretta, ma abbastanza velocemente da non accorgersene?
In ogni modo non poteva restare l� in eterno, con lo sguardo fisso e quell�espressione da benemerito idiota; si avvolse nell�accappatoio e usc� per incontrare nuovamente Shun, appoggiato al muro del corridoio, lo sguardo basso e le guance imporporate� una pudica fanciulla non sarebbe apparsa pi� adorabile, si scopr� a pensare il russo suo malgrado� un�immagine che si era formata in lui prima che potesse fare qualsiasi cosa per arginarla.
�Scusami� Hyo� non sapevo che fossi in bagno� Non ho fatto caso alla luce, ero sovrappensiero��
�No� scusami tu� se ho tenuto il bagno occupato cos� a lungo��
�Non� non importa��
Parlavano a voce bassissima ed evitavano di guardarsi.
Hyoga si diede dello stupido; perch� tutto quell�imbarazzo? Solo perc� era stato visto nudo da un compagno? E perch� Shun era arrossito in quel modo?
La porta del bagno si chiuse alle spalle del santo di Andromeda, mentre Hyoga tornava in camera sua, accompagnato dal proprio turbamento.
Faceva molto caldo e il giovane russo era consapevole che la causa non era solo il clima: il suo organismo faceva la propria parte e Hyoga era grondante di sudore�
La sua mente ripeteva all�infinito il nome di Shun, come uno di quei ritornelli che, una volta ascoltati, continuano a riecheggiare nella testa, senza che siano richiamati volontariamente alla memoria.
Si limit� ad indossare un paio di boxer e si lasci� cadere sul letto, le mani dietro alla nuca e lo sguardo al soffitto. Di infilarsi sotto al lenzuolo non se ne parlava proprio!
Il nome di Shun, nei suoi pensieri, si alternava ritmicamente alla parola �amore�, una combinazione di dolci suoni in perfetta armonia.
L�idilliaca musica fu interrotta dal rumore decisamente pi� tagliente di colpi leggeri dati alla porta.
�Chi �?� chiese, girandosi di fianco e sollevandosi su un gomito.
�Hyo� posso entrare?�
Shun? Era una persecuzione allora, un autentico tormento. Il destino aveva deciso di metterlo alla prova, evidentemente.
�Certo� entra pure��
La porta si apr�. Hyoga si stup� nello scorgere ancora un vago rossore sulle guance di neve e fu ancora pi� stupito da quello sguardo sfuggente, dalle palpebre leggermente abbassate.
�Scusa il disturbo� mormor� il santo di Andromeda rimanendo immobile sulla soglia.
Hyoga sorrise, vinto da una tenerezza cos� estranea alla sua persona da gettarlo nel panico: quasi non riconosceva se stesso.
�Figurati; sono contento che tu sia venuto a farmi compagnia. Non ho affatto sonno e mi stavo annoiando.�
Finalmente Shun lo guard�, ricambiando il sorriso e decidendosi ad avanzare di qualche passo:
�Neanch�io ho sonno e� a dire la verit�� si blocc�, incerto.
�Cosa?� lo spron� Hyoga, con tono rassicurante �Stai di nuovo male?�
�No no!� si affrett� a smentirlo il ragazzino �E�� che non avevo voglia di stare da solo��
Hyoga sent� qualcosa sciogliersi in lui. C�erano momenti in cui il coraggioso, piccolo guerriero scompariva ed era cos� difficile ritrovarlo in quegli atteggiamenti da bambino sperduto che Shun assumeva con una naturalezza sconcertante, come con naturalezza, quando ce n�era bisogno, offriva i propri servigi per la salvezza della terra. Il russo si sentiva sempre pi� indifeso contro l�attrazione che provava nei suoi confronti.
�Allora resta pure con me�.
Incoraggiato dalla gentilezza di Hyoga, Shun si avvicin� un po� di pi� ma c�era sempre quella timidezza che lo bloccava e il russo si chiedeva a cosa fosse dovuta. Si sedette in un angolo del letto e percuotendo con il palmo della mano la frazione di lenzuolo accanto a s�, insist� ancora:
�Vieni a sederti qui!�
Il volto di Shun si illumin� di una gioia solare in seguito a quell�invito e non se lo fece ripetere; si arrampic� sul materasso e si rannicchi� di fianco a Hyoga il quale, da parte sua, si stava pentendo� era dura dover ammettere a se stesso che non poteva pi� sopportare un contatto normale con il corpo di Shun� erano troppe le pulsioni che la vicinanza del tenero fanciullo suscitava in lui.
E cos� si ritrov� timido e impacciato, con l�inconfessabile oggetto dei suoi desideri quasi seduto in braccio� e lui non sapeva cosa dire, non sapeva pi� come negare l�evidenza.
Fu Shun il primo a rompere l�imbarazzante silenzio e Hyoga gliene fu grato� ma solo finch� non ud� le parole dell�amico:
�Perch� ci sentiamo a disagio, a volte, quando siamo insieme? Mi manca la spontaneit� che avevamo prima��
Hyoga lo osserv�, muovendo leggermente le labbra per dare una risposta� ma la sua mente non riusc� a formularne una valida, cos� non seppe far altro che tacere mentre il cuore gli martellava nel petto, rimbombando in tutta la sua persona.
Shun ricambi� il suo sguardo: era serissimo e un po�nervoso... e quel fuoco che gli incendiava il volto non se ne andava� si era di nuovo accentuato.
�Non sai cosa rispondere Hyoga?� si percepiva chiaramente che faceva un grande sforzo per mantenere la propria voce calma e ferma e tuttavia senza riuscirci del tutto �Ti capisco� io� mi sento cos� confuso� Non rispondere nulla se vuoi, per� sento che tra noi � cambiato qualcosa e� vorrei sapere��
Si blocc� e deglut�, distogliendo nuovamente lo sguardo, abbassandolo sulle proprie mani che tormentavano l�orlo della maglietta bianca del pigiama.
Hyoga non capiva pi� cosa stesse accadendo e per Shun era chiaramente lo stesso. Era necessaria una svolta e si vergognava terribilmente per la propria vigliaccheria, che costringeva il suo piccolo amico a fare il primo passo� era stato Shun il pi� coraggioso� ma era normale� se nelle battaglie a volte doveva essere spronato, nel campo dei sentimenti era lui il primo a schiudere il proprio cuore e ad aprire la strada agli altri.
Tuttavia, era necessario correre in suo aiuto; quindi Hyoga emise un respiro profondo e concluse per lui:
�Vorresti sapere� cosa provo realmente per te?�
Lo vide sussultare, tremare, farsi piccolo piccolo� il volto era talmente basso e drappeggiato da una cascata di capelli verdi da essere totalmente invisibile; da dietro quella cortina di smeraldo si lev� un sussurro che Hyoga riusc� a udire solo grazie al perfetto silenzio che regnava nel palazzo:
�Scusami� non sai quanto� come mi sento sciocco e in colpa per��
Hyoga non resse pi� a quella vocina lamentosa� ogni parola cos� sofferta, pronunciata da quelle labbra d�ambrosia, era un pizzico allo stesso tempo doloroso e dolce che gli tormentava il cuore.
Pos� una mano sotto il mento sottile e lo sollev� delicatamente, per poter guardare il volto che da tempo accompagnava i suoi sogni e ogni suo segreto pensiero� ma la realt� era ancora pi� appagante di ogni fantasia� non aveva mai visto niente di pi� perfetto e bello.
�In colpa per cosa, sciocchino? Perch� io mi comporto come un idiota e ti faccio star male?�
�Hyoga � cosa dici?�
�Il mio modo di fare con te ti ha turbato, vero?�
Shun sgran� gli occhi e li punt� su di lui:
�Il� tuo modo di fare? No! No, sei fuori strada! Non hai bisogno di fare nulla per turbarmi!�
Le parole gli erano sfuggite, spontanee e, probabilmente, Shun avrebbe desiderato fermarle in tempo� ma non ci riusc� e questo lo port� ad avvampare e a sentirsi cos� in imbarazzo da lasciarsi cadere sul materasso e affondare il volto nel cuscino, singhiozzando un �perdonami� soffocato.
Era scoppiato in lacrime e quell�emotivit� spaventosa era cos� coinvolgente per Hyoga da fugare in lui ogni dubbio� quella creatura rannicchiata piangente sul suo letto era il suo amore� e lui non voleva vederlo soffrire, per nessun motivo al mondo! Gli accarezz� i capelli, giocherellando con essi e lisciando le ciocche vellutate tra le proprie dita:
�Cucciolo� ti prego� non posso vederti cos� perch� piangi?�
Shun non cambi� posizione, il viso rimase sepolto nel cuscino, ma i singhiozzi si trasformarono in parole strozzate:
�Perch� ti amo� e ho paura che tu mi odi per questo� e io non ne posso fare a meno��
Le dita di Hyoga si bloccarono, il suo cuore si ferm� un istante per poi riprendere a battere all�impazzata, come se volesse esplodere� e aveva il terrore che tutto finisse, di risvegliarsi per rendersi conto che era stato tutto un sogno.
Percependo l�improvvisa rigidit� di Hyoga, Shun strinse forte a s� il cuscino, voltando leggermente il capo e permettendo cos� al russo di immergersi nel suo profilo incantevole:
�Non odiarmi� ti prego Hyoga, non odiarmi! Non lo potrei sopportare, sarebbe come la morte!�
Hyoga seguiva, quasi ipnotizzato, il percorso di una lacrima che si sofferm� un istante sulle lunghe ciglia, per poi veleggiare lenta fino alla delicata curva degli zigomi tondi e infine intraprese una discesa precipitosa verso il mento, rimanendovi appesa, come una goccia di rugiada su quel fiore vellutato che era il volto di Shun.
�Come posso darti la morte, dal momento che tu mi hai nuovamente donato la vita, come due anni fa, nella casa di Libra ?�
Tocc� a Shun irrigidirsi, come pietrificato; anche i singhiozzi si congelarono; per un lungo istante, il tempo sembr� fermarsi, entrambi i ragazzi bloccati in una dimensione che nessuno dei due riusciva pi� a controllare, al confine sottile e indefinito tra la realt� e il sogno.
Shun sfugg� per primo a quell�attimo di sospensione:
�Cosa... vuoi dirmi con queste parole, Hyoga?�
�La verit� che devo smettere di nascondere... soprattutto ora, che so che tu la condividi��
Finalmente tornarono a guardarsi, con fiamme ardenti e tremolanti nei loro occhi lucidi.
Shun si rimise seduto; le sue labbra rosee accennarono un sorriso ancora incredulo; Hyoga tocc� quelle labbra, raccogliendo sul polpastrello la sagoma sferica di una lacrima, pura e preziosa al tocco, come gli occhi che l�avevano prodotta.
�S�, piccolo mio� sussurr� �sorridi... come sorridi sempre nei miei sogni... voglio vederti sorridere sempre...�
Shun si lasci� sfuggire un ultimo singhiozzo, asciugandosi le guance con le dita, un gesto semplice, inconsapevolmente elegante, come sapeva essere ogni atteggiamento del piccolo saint.
I loro volti si sfioravano, mancava solo una cosa per rendere tutto vero... mancava il sigillo del loro amore che stava per essere impresso dalle labbra sempre pi� vicine.
Chiusero gli occhi; le mani di entrambi erano posate inerti sulle lenzuola... solo le labbra avrebbero unito i due corpi, tesi e scossi dai fremiti di quel qualcosa pi� grande di loro che li aveva travolti; era dolce abbandonarsi a quella marea di sensazioni vorticose.
L�accostarsi dei loro visi sembr� non finire mai... quando il momento a lungo atteso pot� essere coronato, si toccarono dapprima timidamente, impacciati... un fulmineo tocco per separarsi subito... ma bast� a rompere il ghiaccio... non potevano pi� stare distanti.. il secondo contatto fu pi� sicuro e curioso...
Shun url� spalancando gli occhi...
Hyoga non cap� immediatamente cosa fosse accaduto; fatic� a tornare alla realt�, a rendersi conto di ci� che vedeva: il piccolo amico raggomitolato su un fianco, una mano che si artigliava il petto, mentre l�altra afferrava convulsamente il lenzuolo.
Gemeva e gridava come se zanne invisibili lo stessero dilaniando.
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